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I miei capelli impigliati tra i fili d’erba


Le storie che non si raccontano sono quelle che rimangono impigliate fra i fili d’erba della memoria, strozzate nella gola stretta, perché nessuno le possa sentire. Oppure si raccontano piano, mentre fra un tiro e l’altro, con le gambe al petto e le mani fredde, si decide se dar posto alla razionalità o alla frenesia. Questa ti avvince e si insinua fra le tue viscere calde  e resta sospesa, fra lo sgomento e il tepore languido. Lui era come un bambino, un po’ perso, a piedi nudi, con le mani tese e non aveva  fretta. Il suo sorriso morbido mi danzava intorno, senza parole, diceva già tutto con i suoi gesti: nitide messe a fuoco di pensieri che si stagliano nella memoria come lampi, mi attanagliavano, legandomi con ragnatele. Mi prese così, senza un momento di esitazione. Mi prese e s’impossessò di me. Gli chiedevo piano di raccontarmi una storia d’amore. Mi rispondeva che me la stava raccontando con le mani, con la faccia, con il ventre, con la sua ragnatela di ricordi. Allora gli dissi, danza per me. Lui si spogliò, buttò fuori versi e parole, ogni assonanza prese forma dentro il suo respiro,che era diventato il mio. I nostri corpi, nudi, erano usciti dalle carceri, per librarsi in un perchè  disperato. Ogni muscolo lacrimava un godimento terso, ci allungavamo freneticamente contro l’aria, il cielo, i minuti. Le luci si accesero, ci videro tutti, abbandonati dentro le onde del nostro pensare, tragici e ininterrotti autori di gesti familiari, eterni ed inconsueti, fuori da una materialità arrabbiata e inutile. Non potevamo parlare per non farci violenza; eravamo arte pronti a prendere  la forma di ciò che volevamo incarnare.

Restammo sul palcoscenico, in un teatro vuoto, sospesi nei nostri abbracci, ormai saturi della presenza del pubblico, potevamo richiudere gli occhi.

“La Danza” di Paola Parlato




Commenti

  1. Commento di Aurelio — 2 febbraio, 2017 @ 21:38

    Le storie che non si raccontano sono sogni meravigliosi, incontrollabili ed incomprensibili, che spesso non abbiamo il coraggio di raccontare nemmeno a noi stessi.
    Le storie che non si raccontano appartengono ad un tempo che è solo una misera ombra di eterno.
    Le storie che non si raccontano ci hanno riempito talmente tanto che … hanno lasciato un vuoto immenso. Non si racconta il tutto che ha generato il niente, perché incontrarsi è bellissimo, non perdersi è magia.
    Le storie che non si raccontano, non si raccontano e basta.

  2. Commento di nuccia — 4 febbraio, 2017 @ 10:22

    Grazie Aurelio.

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